Volontari sostenuti dalla fondazione Accendi la Speranza, riuniti in un evento di formazione

In questi ultimi giorni, 5-6-7 Aprile 2018, a Civita Castellana (VT) si è svolto l’incontro annuale di formazione umana, accademica e spirituale degli studenti volontari di teologia e filosofia della Comunità Cattolica Shalom.

Questo è il secondo incontro svolto a livello europeo. All’evento infatti hanno partecipato i volontari brasiliani residenti in Italia, Svizzera e Ungheria.

Quest’anno il tema è stato “L’importanza della maturità umana e affettiva per vivere al meglio le sfide della vita accademica”. Ci sono stati momenti intensi di formazione insieme a quelli di condivisione, convivenza e riflessione personale.

La fondazione Accendi la Speranza era presente all’apertura di questo incontro con la presenza dei soci fondatori, Valter e Maria Santilli. Dei 16 partecipanti, sette studiano presso la Pontificia Università Lateranense e risiedono a Roma grazie al sostegno economico della fondazione, il cui scopo è quello di promuovere e sostenere progetti per l’educazione e la formazione dei giovani meritevoli in situazione di disagio economico – come nel caso di questi volontari della Comunità Shalom in Italia.

In alcune di queste “case” ci sono due, tre o più bambini, che, spesso senza padre, aspettano, soli e a digiuno, il ritorno della madre, uscita in cerca di qualcosa da mangiare per pranzo, che non sempre trova! Nelle consultazioni mediche che abbiamo fatto: soprattutto casi estremi di mancanza di igiene e malnutrizione. La maggior parte delle famiglie non ha i soldi per comprare l’acqua per fare il bagno. L’acqua non potabile che esce dal rubinetto – anzi, quale rubinetto? In realtà non tutti ricevono acqua e hanno bisogno di comprarla – è per cucinare il riso. In questo contesto, abbiamo visto come si può accendere la speranza! Abbiamo imparato da loro la gratitudine, quella che provano verso i volontari della Comunità Shalom che abitano lì e che sono per loro un rifugio sicuro, tanto materiale quanto umano. Abbiamo visto come l’aiuto di questi volontari porti loro la possibilità concreta di tornare a sognare: di costruirsi una casa o una fattoria per sostenere la propria famiglia – come diceva il nostro amico Niquèas. Infine, siccome condividere l’esperienza di questi pochi ma intensi giorni in Madagascar richiederebbe ancora molte pagine, riassumo con una parola: SPERANZA! Spero di poter vedere il volto dell’intero popolo malgascio illuminato dalla luce che traspare dal contatto con i volontari della Comunità Shalom presenti in questa terra. Se vuoi aiutare la Comunità Shalom a continuare i suoi lavori a Madagascar e in tutto il mondo, lo puoi fare tramite la Fondazione “Accendi la Speranza” che appoggia la missione della Comunità Shalom a Roma.
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